La signora Sandokan

di Osvaldo Guerrieri

31

Luglio
Di:
Osvaldo Guerrieri
Regia:
Francesco Sala
Con:
Francesco Sala
Viola Pornaro
Ideazione:
Viola Pornaro
Produzione:
Teatro de Gli Incamminati

La mattina del 26 Aprile 1911 “La STAMPA” di Torino titolava in cronaca: Emilio Salgari si è ucciso a colpi di rasoio. Quanti sono a conoscenza dei particolari biografici e dell’immensa produzione di Emilio Salgari? Scrisse più di ottanta romanzi, circa cento racconti. Lascia con il suo gesto quattro figli e una moglie; Ida Salgari che sarà ricoverata nel Regio Manicomio, reparto indigenti. Ida parla con un’infermiera invisibile. Grida e implora, minaccia e prega.

Apre squarci sulla vita intima dello scrittore, sul suo modo di lavorare, l’alcol, il rapporto tormentato con gli editori, le sue mitomanie, le infedeltà, le innegabili dolcezze. Lei che aveva conosciuto la Belle Epòque e si era innamorata di uno scrittore che aveva all’epoca un successo enorme. Aveva collaborato a stilare, scrivere con lui quell’immaginario ossessivo fatto di corsari, battaglie, gli assalti, la critica a certo colonialismo, una visione a ritroso che ci proietta verso una tirannide

della vita quotidiana. Sul tavolino sbilenco dove lavorava il suo Emilio, lei è un piccolo animale domestico, osservata dal dottor Emilio Herr, psichiatra che assieme a lei è pungolato, scosso, racconta, vive, freme, soffre, Ida delira, vuole aiutare il marito a rispettare gli impegni con gli editori. Pagato a cottimo. Più pagine consegni più paga avrai. Salgari, tra miseria e dissipazione, il disordine domestico, i figli, il turbine della fantasia prodigiosa. Una vita d’artista, straordinaria, immaginosa e vulnerabile, faticosa e disperata di cui Ida ne è la cronista e testimone. Con un linguaggio che mescola all’italiano accenti di verità padano -venete, questa donna ci offre il ritratto di uno scrittore che fuori da apparati ufficiali ha saputo conquistare il cuore di molte generazioni di lettori. Non solo italiani.

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