Francesco, santo e poeta contro i luoghi comuni, viene raccontato dal poeta Davide Rondoni con l’ausilio di alcune immagini mentre Mia Canestrini, identicamente, racconta i lupi. Dando vita a un dialogo vivace, a volte scherzoso.
Mentre il poeta ripercorre alcuni degli elementi fondamentali della vita e della figura di Francesco, raccontati poeticamente e facendo ricorso non solo al Cantico delle creature, ma anche a testi e filastrocche dedicate a Francesco da tanti autori, ecco che la “lupologa” Canestrini che lo interrompe in modo giocoso, ogni volta che si parla di lupo, e con altre immagini e racconti svela la natura non “cattiva” del lupo, che infatti nell’episodio della vita di Francesco è in realtà una metafora di un brigante, cioè di un uomo cattivo, che poi diventa buono.
La convivenza coi lupi è dunque vissuta da Francesco che non si adegua alla paura diffusa, ai luoghi comuni. Non è cattivo il lupo, animale meraviglioso, mentre invece può essere cattivo l’uomo. Ma arrivano i santi e i buoni a dare sempre un’altra chance…