Redenzione, sensi di colpa e autopunizione sono i temi principali di questa esilarante pièce di Nicky Silver, una delle penne più graffianti della drammaturgia americana contemporanea, inedita per il nostro paese.
Qui tutti i personaggi lottano per liberarsi dalle colpe proprie e dei genitori da cui sono stati abbandonati, chi fisicamente, chi emotivamente. Ognuno di loro cerca una redenzione dall’impossibilità ormai di sentire alcuna emozione, anestetizzati come sono dai colpi che la vita o loro stessi hanno inferto al loro corpo e alla loro anima. Ma la fragilità e spesso l’assurdità delle loro scelte non fa altro che avvicinarci sempre più alla loro disperazione e farci affezionare a queste figure imperfette. Al funerale della madre, si ritrovano dopo anni di lontananza Sebastian e Bernadette, fratelli gemelli, segnati per sempre da un trauma alla nascita e abbandonati emotivamente dalla loro madre fin dalla giovine età. Entrambi, con modalità diverse, cercano sollievo e felicità nella vita, senza mai riuscirci, se non in uno struggente epilogo nelle braccia l’uno dell’altra e nella volontà di finalmente diventare genitori, per liberarsi dal fantasma dei propri. Li accompagnano in questo viaggio di inconciliabile sofferenza l’analista di lui, Hillary, una donna bisognosa e stravagante e Kip, il marito di Bernadette, che in seguito ad una crisi mistica, abbandona una felice carriera, per diventare pittore di quadri mai dipinti. Queste quattro anime, perse, goffe e disperate si ritrovano poi a “sopravvivere” insieme sotto lo stesso tetto, ma le complicazioni che la nascita del figlio di Kip e Bernadette crea, porteranno a uno strano ma armonioso scambio di coppie che evoca bizzarramente la fine di una commedia shakespeariana dai toni tragicomici. L’autore, Nicky Silver, è una delle voci più importanti del teatro contemporaneo statunitense. Una voce unica, per la sua capacità di restituire in forma di commedia, di dark comedy per la precisione, temi assolutamente preponderanti nel pensiero comune come la ricerca della felicità e della libertà personale, senza mai scadere nel retorico, nel banale o nell’intreccio pesante. Silver, piuttosto, ha la rarissima qualità di farci ridere fino alle lacrime, ma spingendosi sempre più a fondo a delle riflessioni esistenziali che scorrono sotto traccia nel racconto e che ci colpiscono con ancor più forza quando si accendono le luci e pensiamo di poter uscire liberi da questo viaggio e ritornare alla nostra vita normale.