Circo Paradiso

di Agnese Fallongo

18

Ottobre
Di:
Agnese Fallongo
Regia:
Raffaele Latagliata
Adriano Evangelisti
Con:
Agnese Fallongo
Tiziano Caputo
Musiche:
Tiziano Caputo
Produzione:
Teatro de Gli Incamminati

“The fireflies of the Circus” (Le lucciole del circo). È così che nel ’69 uno dei settimanali internazionali di spettacolo più famosi del secolo scorso, “Variety”, definisce i due trapezisti Cesare e Adolfina “… due stelle cadenti che si librano nell’aria e lasciano la scia, sfidando il buio della gravità ed illuminando gli occhi di chi li guarda con doppio e triplo salto mortale…senza rete sotto”.
Tutto comincia quando i nostri due circensi, ormai ultraottantenni, vengono chiamati ad esibirsi in una “serata d’onore” per celebrare la storia della loro coppia artisticae ricevere l’ambito premio di tutti i circensi: il trapezio d’oro.

Una sorta di “operazione nostalgia” per riportare in auge vecchie glorie dimenticate, con non poche difficoltà. Difatti i due trapezisti, un tempo compagni di vita e di palcoscenico, non si vedono da oltre trent’anni, dal giorno in cui il destino li ha divisi per sempre. Per sempre… fino ad oggi!
Viaggiando a ritroso nel tempo attraverso l’escamotage dei flashback, Cesare e Adolfina si raccontano al pubblico accarezzando tutti i capitoli più significativi della loro relazione: dal primo incontro da bambini, allo sbocciare del loro amore fanciullesco, fino all’apice del loro percorso artistico in età adulta, che – “coup de théatre” – coincide esattamente con il loro distacco. Quarant’anni d’amore e di successi, ma anche di liti furiose e di comiche ripicche fino al momento della loro traumatica separazione. Oggi, a quasi trent’anni di distanza da quel giorno infausto, “le lucciole del circo” si ritrovano a collaborare ancora una volta, per l’ultima volta, nella loro ultima grande performance.
In pista, però, non vedremo avvicendarsi soltanto i due protagonisti, ma anche tutta una serie di personaggi che gravitano dentro e fuori lo chapiteau (Dimitri, il lanciatore di coltelli, Fortuna la veggente, Betta, la domatrice, Mariuccio, il clown) e poi acrobati, saltimbanchi e illusionisti, musici e vedette convivono in una pièce fra circo e teatro, fra prosa e musical, fra commedia e tragedia, in grado di  catapultare lo spettatore fra i lustrini e le paillettes di quello che, un tempo, era il Grande Circo. Un inno allo spettacolo dal vivo, all’artigianalità dell’arte e a tutti gli artisti del circo che, proprio come i teatranti, scrivono sull’acqua e nel cuore del pubblico.

“The Fireflies of the Circus”. This is how, in 1969, one of the most famous international entertainment magazines of the last century, “Variety”, described the two trapeze artists Cesare and Adolfina: “… two shooting stars soaring through the air, leaving a trail, defying the darkness of gravity and illuminating the eyes of those who watch with double and triple somersaults… without a net below.”
It all begins when our two circus performers, now in their eighties, are invited to perform in a “gala evening” to celebrate the history of their artistic partnership
and to receive the coveted award of all circus performers: “the golden trapeze”.
A sort of “nostalgia operation” to bring back forgotten old glories, but not without difficulties. In fact, the two trapeze artists, once life and stage partners, haven’t seen each other for over thirty years, since the day fate separated them forever. Forever… until today!
Traveling back in time through the device of flashbacks, Cesare and Adolfina recount their story to the audience, touching on all the significant chapters of their relationship: from their first meeting as children, to the blossoming of their youthful love, to the peak of their artistic journey in adulthood, which—“coup de théâtre”—exactly coincides with their separation. Forty years of love and success, but also of furious arguments and comedic grudges, leading up to their traumatic parting. Today, nearly thirty years after that fateful day, “the fireflies of the circus” find themselves collaborating once more, for the last time, in their final great performance.
On stage, we will not only see the two protagonists, but also a whole series of characters who revolve in and out of the chapiteau: Dimitri, knife thrower, Fortuna the fortune teller, Betta the tamer, Mariuccio the clown. Acrobats, tumblers, illusionists, musicians, and stars coexist in a piece that blends circus and theater, prose and musical, comedy and tragedy, capable of catapulting the audience into the glitz and glitter of what was once the Grand Circus. An hymn to live performance, to the craftsmanship of art, and to all the circus artists who, just like theater performers, write on water and in the hearts of the audience.

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