Un monologo divertente, arguto, provocatorio, per sdrammatizzare la paura di invecchiare. Uno spettacolo dissacrante sul tabù della menopausa, su come godersi la vita da boomer e prendersi cura di sé. Una Donna si racconta in due età diverse. All’inizio la vediamo cinquantenne alle prese con un cambiamento incombente. Ha avuto una vita piena, con la testa sempre impegnata ad acchiappare tutto ciò che la vita le ha riservato. Presa da quel vortice non si è accorta che il tempo è volato ed ecco che improvvisamente bussa alla porta lei: la menopausa. Sebbene sia un evento naturale la Donna ha difficoltà ad accettarla anche a causa di pregiudizi e stereotipi secondo i quali la vecchiaia di una donna inizia nel momento in cui non può più avere figli. Cosa che lei rifiuta perché, come spesso accade a molte di noi, la sua età personale non corrisponde a quella cronologica: dentro lei si sente ancora giovane. Ritroviamo la stessa Donna dieci anni dopo: è una splendida sessantenne. Ha imparato ad amarsi, il tempo non è trascorso inutilmente. Da quando ha cambiato la prospettiva con cui guardava sé stessa la sua vita è migliorata. La sua evoluzione è iniziata con una semplice domanda: perché quando amiamo qualcuno ci prendiamo cura di lui e con noi non facciamo la stessa cosa? Non patisce più l’essere una boomer, una figlia del boom economico, anzi ha messo in moto una serie di strategie per vivere con leggerezza, curarsi del fisico, della mente, del cuore, che ha ricominciato a battere anche se per un breve periodo. Sente una libertà che non aveva mai conosciuto prima. Coltiva le relazioni sociali, gli amici sono diventati la sua famiglia, come lo sono i suoi figli che però ormai sono grandi e lontani. Questa rinascita le dà una consapevolezza diversa; lei è una delle tante “ragazze di bella età”, le ragazze dei sessanta, settant’anni di adesso, che non sono più quelli di una volta, anni che potrebbero essere ancora i migliori della sua vita.